logo
Print Friendly, PDF & Email

Dopo la carne sintetica sembra che anche il latte sintetico sia una realtà prossima a poter essere acquistata nei supermercati.

A partire dal 2019, l’azienda israeliana Remilk ha iniziato a cercare investimenti per produrre le proteine del latte attraverso un processo di fermentazione di precisione a base di lievito che le rende chimicamente identiche a quelle presenti nel latte e nei prodotti caseari prodotti dalle mucche. Questa start up è stata fondata dall’amministratore delegato Aviv Wolff, imprenditore dietro ad altre numerose iniziative commerciali e sociali, e dal CTO Ori Cohavi, dottore in biochimica, che ha lavorato nel settore della ricerca e sviluppo presso diverse aziende biotecnologiche. Spinti dalla volontà comune di reinventare questa fetta d’industria, sono riusciti a sviluppare un approccio unico e brevettato per una produzione scalabile che richiede una frazione delle risorse della terra rispetto al latte tradizionale, aumentando drasticamente l’efficienza della produzione e, per la prima volta nella storia, eliminando la necessità di mucche da latte nella produzione lattiero-casearia su scala industriale senza compromettere il gusto o i valori nutrizionali, a detta dell’azienda. Il risultato finale sarebbe simile al 100% al latte vaccino vero ma privo di lattosio, colesterolo, ormoni della crescita e antibiotici.

Wolff e Cohavi hanno inizialmente mappato la composizione chimica del latte, valutato il grasso, il lattosio e lo zucchero presenti nel liquido e determinato che l’ingrediente chiave per la produzione del latte sono le proteine. Remilk ricrea quindi le proteine del latte prendendo i geni che le codificano e inserendoli in un microbo unicellulare, che hanno manipolato geneticamente per esprimere la proteina in modo efficiente e scalabile. Il prodotto viene poi essiccato in polvere. “Stiamo producendo prodotti lattiero-caseari identici a quelli del latte vaccino, con lo stesso gusto, consistenza, elasticità, scioglievolezza, senza colesterolo e senza lattosio”, ha detto Wolff.

“Abbiamo praticamente trasferito l’intero meccanismo di produzione del latte in un microbo unicellulare. Non abbiamo bisogno del ‘resto della mucca’ e sicuramente non abbiamo bisogno di spendere risorse nel processo di creazione di un animale che può arrivare a pesare fino a 900 chili. Fare affidamento sugli animali per produrre il nostro cibo non è più sostenibile. Le implicazioni dell’allevamento sono devastanti per il nostro pianeta. Eliminare la necessità della presenza di animali nel nostro sistema alimentare è l’unico modo per soddisfare la crescente domanda del mondo senza distruggerlo. Intendiamo aumentare in modo massiccio le nostre capacità produttive per produrre latticini nutrienti, deliziosi e convenienti che manderanno le mucche in pensione anticipata”.

Il modello di produzione alimentare di Remilk è quindi fino a 100 volte più efficiente in termini dello sfruttamento del terreno rispetto all’attuale sistema lattiero-caseario, 25 volte più efficiente in termini di mangimi, 20 volte più efficiente in termini di tempo e 10 volte più efficiente in termini di acqua. In un impianto vengono prodotte le proteine da utilizzare in prodotti come formaggio, yogurt e gelato, in volumi equivalenti a quelli prodotti da 50.000 mucche ogni anno. L’azienda ha ricevuto a fine aprile un’approvazione unica nel suo genere dal Ministero della Salute israeliano (MOH). Questo storico evento normativo apre la strada alla commercializzazione e alla vendita di prodotti lattiero-caseari non di origine animale per i consumatori israeliani. L’approvazione del Ministero della Salute fa seguito alla ricezione di una “No Questions Letter” della FDA (ossia la Food and Drug Administration, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d’America), che conferma l’accettazione da parte della stessa FDA secondo cui le proteine prive di origine animale prodotte da Remilk possono essere utilizzate con sicurezza nei prodotti alimentari, rispettando gli standard GRAS (Generally Recognized As Safe).

Ad oggi, Remilk ha raccolto più di 130 milioni di dollari e ha siglato accordi con i principali operatori dell’industria alimentare mondiale, tra cui un accordo commerciale stilato l’anno scorso su larga scala con la Central Bottling Company (CBC Group), franchisee esclusivo israeliano della Coca-Cola. “Questo è un momento decisivo, non solo per Remilk, ma per l’intera industria globale delle proteine alternative e per lo Stato di Israele, uno dei primi al mondo a riconoscere l’importanza della fermentazione di precisione”, ha dichiarato Aviv Wolff.

“L’apertura del mercato israeliano a prodotti lattiero-caseari veri e propri, privi di animali, porrà Israele non solo all’avanguardia nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie alimentari a livello mondiale, ma anche come mercato leader nel mondo per il consumo di nuovi alimenti”.

“Ringraziamo il Ministero della Salute per il processo approfondito, nel corso del quale la nostra proteina del latte non animale è stata testata a fondo ed è risultata sicura, di alta qualità e identica alla sua controparte di origine bovina”, ha dichiarato il Dr. Ori Cohavi. “Il successo del team di ricerca e sviluppo di Remilk sta nell’essere riuscito a convertire una tecnologia utilizzata da decenni per creare componenti per l’industria alimentare, come vitamine ed enzimi, in piccole quantità, per produrre uno dei componenti più importanti e di alta qualità dell’industria alimentare. La nostra proteina del latte, prodotta su scala industriale, ci permette di cambiare praticamente il volto del mercato lattiero-caseario. Remilk è nata per essere un’azienda internazionale che osa sfidare l’industria lattiero-casearia tradizionale”.

Fonti

Condividi: