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Sui siti internet specializzati, nelle erboristerie e nei supermercati più forniti è sempre più frequente imbattersi in prodotti di origine naturale che promettono effetti benefici; tra questi, spicca la polvere di maca che in tanti avrà spontaneamente destato le seguenti domande: che cos’è? Da dove proviene?

Foto by pixaby

La maca o lepidium meyenii, conosciuta volgarmente anche col nome di ginseng peruviano, è una pianta erbacea biennale commestibile appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, originaria del Sud America, in particolare dalle alte Ande centrali del Perù. Nel mondo vegetale i suoi parenti più prossimi sono la colza, la senape, la rapa e il cavolo. Questa è quindi una delle pochissime colture, se non l’unica, che può sopravvivere in regioni inospitali e ad altitudini molto elevate (fino a 4500 metri). La pianta di maca non ha quindi problemi a crescere in terreni rocciosi e addirittura prospera in condizioni climatiche estreme come il gelo, l’intensa luce solare e i forti venti. Questa pianta produce foglie e una piccola radice, grande come un ravanello, apprezzata per migliaia di anni dagli indigeni per la sua naturale capacità medicinale di aumentare l’energia e la resistenza in tutti coloro che la mangiavano.

Grazie ad alcune prove archeologiche si ritiene che l’addomesticamento della maca sia iniziato circa 2000 anni fa in quella che oggi è la regione del Junin, nel Perù centrale. Si ritiene che le popolazioni locali abbiano cominciato a introdurla nella loro dieta dopo aver constatato l’effetto positivo che aveva sul loro bestiame, soprattutto in termini di energia e di fertilità. Invece i primi riferimenti scritti provengono dagli esploratori e conquistatori spagnoli nel corso del 1500: nel 1549 Juan Tello de SotoMayor ricevette i frutti di maca come tributo e li usò per migliorare la fertilità del proprio bestiame importato dalla Spagna; nel 1572 fu registrato che veniva usata per il baratto e questo avveniva fin dai tempi degli Inca e nel 1653 Padre Cabo fu il primo a documentare ed elencare le sue proprietà benefiche. Durante il periodo coloniale, durato dal 1550 al 1750 circa, venivano richieste ogni anno circa nove tonnellate di maca alla popolazione andina; altre testimonianze della conquista riportano che sia gli indigeni che i soldati spagnoli usavano alti dosaggi della radice in preparazione alle battaglie. Una cronaca racconta che la pianta fu vietata ad alcuni soldati spagnoli dopo lo scontro, perché aumentava troppo la loro libido. Come specie distintiva, fu descritta per la prima volta in modo esaustivo da Gerhard Walpers nel 1843. Nel 1964 fu introdotta per la prima volta sul mercato internazionale, ma non riscosse troppo successo e le rivolte politiche e il cambiamento dell’alimentazione rischiarono quasi di farla estinguere verso la fine degli anni ’70 e negli anni ’80 la sua produzione raggiunse i minimi storici. Grazie a un’attenta raccolta di semi e all’intraprendenza dei nativi andini si è scongiurata questa prospettiva. Oggi, c’è un’enorme ripresa della coltivazione della maca sugli altipiani del Perù, con più di 10.000 acri coltivati ogni anno e finalmente, verso la fine degli anni ’90, la polvere di maca ha cominciato a essere usata al di fuori dei territori dell’America Latina. Dal 2000 al 2010 la sua vendita si è quintuplicata, rendendola uno dei principali prodotti esportati del paese.

Foto by flickr

La maca è una vera e propria centrale elettrica nutrizionale densa di aminoacidi, vitamine e minerali. Oltre a questo, è uno dei pochi alimenti considerati un adattogeno, proprio come il ginseng, il che significa che supporta e aumenta la salute, la resistenza e la forza sia sotto un aspetto fisico che emotivo. La ricerca ha infatti rilevato che ha un’influenza molto positiva nel bilanciamento ormonale, nel miglioramento della funzione endocrina e tiroidea e del sistema immunitario. Tutti questi benefici sono molto probabilmente legati al suo alto contenuto di aminoacidi, rendendola a tutti gli effetti un superfood ad ampio spettro che in molti casi è in grado di equilibrare e ringiovanire le ghiandole surrenali sovraccariche e stanche, a differenza ad esempio del caffè che le stressa.

La polvere di maca si assume generalmente al mattino, in quanto fornisce energia durante l’arco della giornata, con una dose di circa tre grammi al giorno.

Per le popolazioni indigene delle Ande questa pianta è ancora un bene prezioso e si può dire che sia un alimento alla base della loro dieta, dati i suoi valori nutrizionali più alti di qualsiasi altra coltura alimentare presente nella regione.

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